Ho cominciato a leggere i racconti di Dino Buzzati all’età di dodici anni. Sono diventati parte del mio immaginario. La sua voce assomiglia spesso alla mia. Lo considero l’inventore di racconti perfetti, che non solo ti avvincono – perché vuoi sapere come vanno a finire – ma ti lasciano sempre un segno dentro, ineffabile però familiare. (Gioele Dix)
Sono passati 50 anni dalla scomparsa di Dino Buzzati, giornalista, artista e scrittore geniale e visionario. Gioele Dix porta a teatro uno spettacolo che viaggia sull’ispirazione dei suoi racconti “tra ironia e risate, ombre e attese, luci e misteri.”
Lo spunto iniziale è il passaggio sotto la casa dello scrittore, che abita all’ultimo piano di un palazzo, e dalla finestra cade un foglio appallottolato. Che cosa conterrà? La brutta copia di qualche suo racconto? E perché gettare quel foglio dalla finestra e non nel cestino?
Da qui il pretesto per iniziare a ricordare, a citare e imbastire storie e racconti, in un ambiente che sembra in tutto e per tutto un laboratorio letterario, a metà strada tra una tipografia, un archivio e una biblioteca di ricordi.
Gioele Dix guida lo spettatore in un intricato labirinto fatto di pezzi di esistenze normali o straordinarie, di momenti gloriosi, dolci e di fallimenti a cui tutti siamo prima o poi destinati. Il tempo che scorre inesorabile, sullo sfondo, le aspirazioni e i sogni realizzati o infranti di un mosaico di personaggi tra i più variegati compongono un singolare affresco sulla scena, che parte dalla letteratura, ma finisce per assomigliare alla nostra vita.

Scritto oltre che interpretato da Gioele Dix, affiancato dalla bravissima Valentina Cardinali, lo spettacolo è stato in cartellone nei giorni scorsi al teatro Parenti di Milano, ma l’attore promette che presto potrebbe tornare in scena.
La scena teatrale somiglia anche a una sartoria, visti anche i frequenti riferimenti alla figura del sarto e alla modalità davvero originale e interessante con la quale è stato gestito il cambio dei costumi.
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